
Un’azione comune del territorio, necessaria e indispensabile, tra ANCI, sindaci, organizzazioni sindacali e rappresentanti delle aziende, per chiedere con forza l’intervento immediato della Regione Siciliana e del Governo nazionale in merito al piano di riorganizzazione che Eni-Versalis ha annunciato per il polo petrolchimico di Siracusa.
Un piano che, opinione comune, avrebbe conseguenze devastanti sul tessuto economico, industriale ed occupazionale per tutto il sud est siciliano.
Questo quanto emerso questa mattina nella conferenza stampa promossa dal presidente di ANCI Sicilia, Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni, che si è tenuta nell’aula consiliare del Comune di Siracusa, con la presenza e l’intervento dei sindaci dell’AERCA– Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale, Francesco Italia di Siracusa, Giuseppe Cassì di Ragusa, Marco Carianni di Floridia, Giuseppe Gianni di Priolo Gargallo, Giuseppe Di Mare di Augusta e Giuseppe Carta, primo cittadino di Melilli e Presidente della IV Commissione Legislativa ARS “Ambiente-Territorio-Mobilità”.

Con loro, a raccogliere l’invito del presidente Amenta, c’erano anche i segretari provinciali delle organizzazioni sindacali ed e il presidente di Confindustria Siracusa. Al centro delle preoccupazioni dei sindaci, delle forze sociali e degli stessi rappresentanti degli industriali, l’annuncio di Eni di abbandonare la chimica di base, produzioni, come rilevato negli interventi, fondamentali nell’ottanta per cento della manifattura industriale del nostro Paese, con un impatto devastante sull’attuale assetto industriale, economico ed occupazionale del petrolchimico siracusano e dell’intero sud est della Sicilia.
Soprattutto in mancanza delle necessarie tutele alle aziende e ai lavoratori dell’indotto dell’intera filiera, da Isab a Sonatrach, Air Liquide e Sasol, che Eni non ha fornito, a partire dalla formazione e riqualificazione dei lavoratori nelle fasi transitorie e la previsione di ammortizzatori nella transizione.
Così come restano nel vago iniziative e processi di bonifica e riqualificazione delle aree dismesse che Eni con le sue controllate potrebbe mettere a disposizione di terzi per nuovi progetti produttivi di riconversione in linea con la transizione energetica che rilancerebbe il ruolo del polo industriale siracusano, l’economia e l’occupazione di un’intera area. I
l rischio, hanno sottolineato i sindaci che hanno partecipato alla conferenza stampa, è che i costi sociali di questa crisi, così come di quelli relativi alle bonifiche e alle riqualificazioni, possano ricadere sulle istituzioni locali, a loro volta al collasso, e sulla stessa Regione.
Da qui la richiesta di un immediato intervento del presidente Schifani al quale è indirizzato un documento comune, affinché spinga Eni, azienda a partecipazione statale, a rivedere il proprio piano aziendale a garanzia della salvaguardia dell’occupazione e della tenuta economica del territorio e si avviino i processi di riconversione e di hub energetico dell’area industriale.
Ad essere chiamato in causa con la Regione, dunque, anche il Governo nazionale, con il quale sindaci e forze sociali intendono confrontarsi per scongiurare che un territorio, che ha dato tanto allo sviluppo del Paese, subendo anche scelte ambientali sbagliate da parte delle aziende, venga ulteriormente penalizzato e messo in ginocchio.
(foto: la riunione dei sindaci nell’aula consiliare di Palazzo Vermexio)
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