Rilancio delle Province e stabilizzazione dei precari. Due problematiche sbandierate in campagna elettorale, che il presidente della Regione si era impegnato a risolvere ma sulle quali, a tutt’oggi, “si segna il passo in modo preoccupante”. Ad affondare il dito nella piaga è il CSA, per bocca del suo segretario regionale, Badagliacca, e del responsabile “ex Province”, Paladino, che hanno proclamato lo stato di agitazione. Ad accrescere la tensione sono le notizie di questi giorni, seguite al “conclave” che la Giunta ha tenuto a Pergusa, dal quale ci si aspettava il reperimento di ulteriori 100 milioni di euro in sede di assestamento di Bilancio, per consentire alle ex Province di chiudere i Bilanci. Così, però, non è stato, quindi si rischia che gli altri otto Enti intermedi dichiarino il dissesto finanziario, così coma già accaduto a Siracusa.”Non è più possibile tergiversare in uno scaricabarile tra Palermo e Roma” – tuonano Badagliacca a Paladino – “la Regione faccia la sua parte per garantire stipendi e servizi!” Per quanto riguarda i precari, il CSA denuncia la mancanza di garanzie per i Comuni in dissesto dopo il 31 dicembre 2018, e delle modalità applicative di talune norme non chiarite dalla Regione. “Se il governo Musumeci ha deciso di gettare la spugna relativamente a due vertenze che vedono coinvolti migliaia di lavoratori” – si legge nel documento – “il CSA non starà a guardare e chiamerà a raccolta i lavoratori”. Lo stato di agitazione, insomma, è già ufficialmente dichiarato, adesso, vedremo come si muoverà il governo regionale, fermo restando che, “se non ci saranno risposte” – concludono Badagliacca e Paladino – “sarà mobilitazione”.
(foto: archivio siracusa2000. A destra il segretario regionale del CSA, G. Badagliacca)