Per le popolazioni dell’Etna passerà alla storia come il “terremoto di Santo Stefano” quello delle 3.19 di oggi, tra Viagrande e Trecastagni, con epicentro praticamente in superficie, ad appena un chilometro di profondità e 4.8 di magnitudo. Dalla vigilia di Natale sul vulcano è in corso una intensa attività stromboliana e sono oltre mille le scosse registrate fino a questo momento. L’Etna, da diversi mesi è “sorvegliato speciale”, anche a seguito dei risultati di alcuni studi che avrebbero evidenziato un processo di lento scivolamento della montagna verso est, quindi verso il mare Jonio. Ed è sullo stesso versante che, adesso, si sta registrando lo sciame sismico, con la violenta scossa delle 3.19 di oggi. Il terremoto ha provocato numerosi crolli di calcinacci, danneggiando decine di abitazioni tra Viagrande, Zafferana, Santa Venerina, dove è crollata anche la statua della Madonna, e Fleri. Una decina i feriti, per fortuna in codice verde, accertati fino a questo momento. La scossa non è passata inosservata nemmeno nel ragusano e nel siracusano. Momenti di paura anche nella zona balneare dell’Arenella, dove alcune famiglie riunite in una villetta per attendere l’alba, hanno sentito il tremore del pavimento e si sono riversate in strada. Qualcuno ha anche riferito di avere visto il mare placare il suo moto ondoso subito dopo la scossa ed arretrare di parecchi metri per qualche ora. A Catania si sta dirigendo il capo della Protezione Civile nazionale, Borrelli, per coordinare le operazioni di assistenza alle popolazioni sfollate e fare il punto della situazione sull’Etna.
(foto: immagine da SkyTg24. Riquadro, la mappa Ingv del sisma)