
(Pesce d’Aprile 2019) Con una Direttiva del 25 marzo scorso, il Consiglio d’Europa ha modificato la normativa relativa ai parametri di avvio e calcolo della raccolta differenziata e per alcuni Comuni italiani, tra cui anche Siracusa, si prospetta un vero e proprio terremoto amministrativo. In pratica, come spiega l’on. Fish, leader del P.D.A., e membro della Commissione paritaria per l’Ambiente, si è stabilito che le Amministrazioni locali che non hanno ancora raggiunto la copertura totale del servizio nel territorio di competenza, dovranno azzerare tutto e ridisegnarne l’organizzazione, ripristinando la situazione in atto alla data del primo gennaio 2015. A Siracusa vige ancora un sistema che potremmo definire “misto”, nel senso che in alcune zone della città, la raccolta dei rifiuti viene espletata con i cassonetti tradizionali, cosa che, come ben sappiamo, oltre a generare il caos tra i cittadini, ha portato ad una escalation del fenomeno dei cosiddetti “sporcaccioni” e ad un inasprimento delle multe per i trasgressori. Adesso, con le nuove norme dettate dalla Direttiva Ue N. 19.4.1. del 25 marzo, la raccolta differenziata a Siracusa dovrà essere sospesa entro 60 giorni, spazio temporale necessario per ricollocare i vecchi cassonetti verdi ed entro il 31 dicembre 2019 l’Amministrazione comunale dovrà presentare un nuovo progetto. Per effetto di questa “rivoluzione” imposta da Bruxelles, tutti gli atti in materia di raccolta rifiuti e gestione del servizio prodotti nel corso degli ultimi quattro anni sono nulli e, di conseguenza, è da rifare anche la gara d’appalto; illegittimi anche gli eventuali aumenti delle tariffe Tari adottati fino ad oggi. Inoltre, per effetto della Direttiva Ue N. 19.4.1, venendo a decadere ogni regolamento comunale sul corretto conferimento, tutte le multe elevate per l’abbandono indiscriminato di rifiuti sono da considerare illegittime e, pertanto, come specifica chiaramente l’Ue, “dovranno essere restituite”. I rimborsi riguarderanno, comunque, tutti i cittadini residenti nel Comune perché, “avranno diritto a ricevere un congruo risarcimento per il danno subìto, quantificato nella misura massima del 37% dell’importo della Tari annua dovuta, oltre alla somma di 35 euro per ciascun componente il nucleo familiare dell’intestatario della Tari”. E’ facile, adesso, prevedere migliaia di ricorsi che pioveranno al protocollo del Comune che, a sua volta, dovrà potenziare il proprio ufficio legale per esaminare, una per una, tutte le richieste di rimborso. L’Amministrazione comunale, comunque, sembra pronta ad affrontare la situazione con un “piano B”.In pratica, si avrebbe l’intenzione di reperire le risorse finanziarie congelando, con decorrenza immediata, in primo luogo gli incentivi previsti per il personale nel triennio 2019-2021 e recuperando, mediante trattenuta in busta paga (triennio 2019-2021), le somme dei progetti obiettivo e delle indennità di risultato già erogate ai dipendenti a partire dal mese di gennaio 2016. Saranno aumentate del 14% le imposte per le concessioni di suolo pubblico, passi carrabili e vetrofanie, e sarà introdotto un ticket di ingresso alla pista ciclabile “Rossana Maiorca”, con pesanti sanzioni per i trasgressori. Allo studio anche un pedaggio di 30 centesimi per l’accesso degli utenti negli uffici comunali, esclusi quello del protocollo e quello dell’anagrafe.
(foto: archivio siracusa2000)