Morte Tony Drago, il Tribunale di Roma archivia il caso. Italia: rimangono dubbi legittimi

La notizia dell’archiviazione del procedimento penale per la morte del caporale Tony Drago , da parte del GIP del Tribunale di Roma, ha suscitato forti reazioni nella comunità siracusana che aspettava, invece, che sulla scomparsa del militare venisse fatta chiarezza. Rimangono, pertanto ( e sono legittimi )  i tanti dubbi sulla dinamica dei fatti, come ha sostiene il sindaco di Siracusa Francesco Italia. “Il dovere di accertare la verità sui punti che restano tutt’ora oscuri” – scrive il primo cittadino – “merita la massima attenzione da parte di chi ricopre ruoli di responsabilità nelle istituzioni”. Italia ha fatto sapere che, nei prossimi giorni, incontrerà i familiari di Tony Drago “per esprimere loro solidarietà e supporto fino a quando” – sottolinea – “Giustizia non sarà fatta per una morte che, così come fu per Emanuele Scieri, è maturata all’interno di una caserma”. Confermando il rispetto per la sentenza e per la Magistratura, per il sindaco di Siracusa “non possono non colpire, tuttavia, i tanti rilievi medico-legali che negano la tesi dei suicidio e, soprattutto, l’ammissione di accertamenti che avrebbero dovuto essere compiuti a tempo debito e che oggi è impossibile effettuare”. Il cadavere del caporale Tony Drago, 25 anni, venne trovato all’alba di domenica 6 luglio 2014, da alcuni commilitoni, nella caserma “Sabatini” dei Lancieri di Montebello a Roma, dove prestava servizio. Secondo la Procura, il militare si sarebbe lanciato da una finestra, a circa 10 metri di altezza. Ipotesi alla quale la madre non ha mai creduto, tanto da avere ottenuto, con il suo legale, la riapertura del caso con un supplemento di indagini. Erano 8 i militari indagati, compresi gli ufficiali di servizio, per concorso colposo in delitto doloso commesso da soggetti per il momento ignoti.

(foto: repertorio internet)