
In un mondo in cui quasi tutto funziona attraverso dispositivi meccanici e dove, spesso, si utilizzano gli stessi, quali i computer, a volte in modo irresponsabile e passivamente, il coding diviene esercizio per apprendere come gestire questi strumenti. Imparare coding significa apprendere un processo mentale che ci abitui a pensare in modo diverso, cioè per algoritmi, in modo pragmatico volto alla soluzione dei problemi. Il termine coding implica semplicemente una “programmazione informatica”. Consiste nello spiegare al computer cosa fare attraverso l’utilizzo di parole e numeri (algoritmi) che, ordinati nella corretta sequenza, gli impartiscono degli ordini. Il coding può anche essere definito un metodo di approccio alle problematiche inerenti la costruzione di un prodotto finale, sia esso un sito web, un’immagine, un gioco, o un video.
Imparare a parlare con il computer, ragionare in termini logici per dargli le giuste chiavi al fine di ottenere ciò che vogliamo da lui, è alla base del coding. Utilizzare questa metodologia di trasmissione, sempre più necessaria in un mondo ormai dominato dalla tecnologia, sarà, pertanto, elemento indispensabile per le generazioni future. Esso infatti non è pensato solo per formare futuri programmatori, ma specialmente per forgiare dall’infanzia delle persone che siano in grado di interagire con le macchine messe a disposizione dalla scienza, tutto ciò per aiutare l’umanità e sé stessi. Ciò è molto utile, al di là della capacità di addestrarsi a dettare comandi attraverso codici universali, all’educazione del pensiero nell’affrontare le problematiche che la vita riserva ad ognuno di noi. Imparare ad usare un linguaggio programmatico significa imparare a razionalizzare qualsiasi problematica e ad affrontarla in maniera lucida e risolutiva. Ritenuto sempre più necessario come criterio di apprendimento da inserire all’interno delle scuole per preparare i ragazzi ad una società in continua evoluzione, non è altro che l’educazione della mente alla pianificazione di una strategia attraverso il ragionamento per fasi. L’obiettivo è quello di insegnare, per mezzo della creazione di un gioco, una storia, un sito, a disporre la mente alla programmazione, servendosi di un processo che prevede una successione di blocchi da superare.
Facile trovare orientamento di chi effettua questi corsi sul web, come lo è altrettanto essere consigliati sulla tipologia di insegnamento di cui si ha bisogno, sia che si tratti di un ragazzo, di un docente che voglia introdurre la programmazione e il pensiero computazionale all’interno della propria classe, come di un semplice privato. Aderire a questa metodologia è molto facile. Il web ci consente infatti di entrare in contatto con tutti quei canali in cui i corsi di coding sono previsti, attraverso lezioni impartite da specialisti del settore. Ci sono tutta una serie di possibilità per imparare a programmare in maniera semplice. Le risorse più utilizzate sono quelle che ci vengono fornite gratuitamente, come si diceva, dai siti internet che ci consentono di accostarci in base all’età a questa scienza. Code.org, per esempio, offre a tutti coloro che intendono imparare a programmare, bambini, insegnanti o privati, la possibilità di accedere a questo mondo anche non avendone cognizione di causa. Presentato in maniera estremamente fruibile, attraverso istruzioni, video informativi, indicherà il miglior percorso da intraprendere per arrivare a programmare ciò che si intende realizzare.
“L’Ora del Codice” è la modalità base che ci si troverà ad affrontare nel momento dell’accesso al sito. Attraverso questo sistema si potrà avere, impiegando solo un’ora, la possibilità di entrare in contatto con i primi rudimenti del pensiero computazionale ed inoltre usufruire di lezioni tecnologiche scegliendo l’ambientazione che più si desidera, si sta parlando di ricostruzioni sceniche accattivanti quali Star Words, Frozen od altre.Code.org consentirà inoltre, nel caso un insegnante volesse avviare la propria classe allo studio della programmazione, di dare vita all’interno della piattaforma ad una classe virtuale in cui gli studenti iscritti potranno essere monitorati.
I ragazzi più grandi avranno l’opportunità di creare applicazioni utilizzando la programmazione a blocchi. Quest’ultima utilizza un metodo che permette di creare tutto ciò di cui prima enunciato, senza il bisogno di scrivere nessun codice. Per spostare blocchi o elementi grafici sarà sufficiente impartire un comando ad ognuno di essi. In questo modo, si procederà allo sviluppo di un processo di assembramento intelligente finalizzato alla creazione del progetto.(Alessandro Spataro)
