Il “Decreto Rilancio” dimentica l’edilizia. Cutrone: “moriremo di fame prima che di Covid”

Tante le categorie produttive che si sono sentite dimenticate o, comunque trascurate, dal piano di aiuti compreso nel “Decreto Rilancio” del governo centrale e tra queste, i costruttori edili. ”Fra un mese saremo destinati a scomparire: moriremo di fame prima che di Covid”. Questo il grido di allarme di Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia, che denuncia lo stralcio, all’ultimo momento, di quanto promesso dalla ministra Paola de Micheli, appena dieci giorni prima.

 E così, per il ‘Piano Marshall’ per gli investimenti in opere pubbliche, per l’accelerazione dei Contratti di programma di Anas e Ferrovie dello Stato e per tutte le altre misure, bisognerà aspettare il prossimo Decreto ‘Semplificazioni’. “Ma il testo” – scrive Santo Cutrone – “dovrebbe essere pronto fra quindici giorni, il che significa, con i tempi di questa maggioranza,  almeno un mese per il suo varo”.

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In termini pratici, le imprese edili dovranno, intanto, anticipare ai lavoratori la cassa integrazione e dovranno investire sulle misure di sicurezza. “Mentre i prestiti garantiti dallo Stato” – sottolinea il presidente di Ance Sicilia – “tardano ad arrivare, manca l’accordo Stato-Regione sulla rimodulazione dei fondi europei per l’emergenza e di cantieri non si vede l’ombra”. Indice puntato contro la burocrazia che blocca il Paese. “Palazzo Chigi” – si legge nel documento – “non comprende che senza un’iniezione massiccia di investimenti sul sistema strutturale, il Paese non potrà ripartire e quando finiranno gli aiuti a pioggia non ci sarà lavoro”. 

Quanto all’affidamento degli appalti ai commissari, per Ance Sicilia, “significa dichiarare il fallimento della funzione dello Stato, azzerare i principi di sana concorrenza e di mercato, escludere dalle progettazioni e dai cantieri l’intero sistema delle piccole e medie imprese che hanno investito per operare in totale sicurezza e, in definitiva, consegnare l’economia del Paese al monopolio delle multinazionali e dei loro enormi capitali”. Nel nome della trasparenza, si chiede, pertanto, al governo regionale di incalzare le stazioni appaltanti, in modo da fare accelerare la pubblicazione dei bandi, applicando la normativa regionale.

(foto: repertorio internet. A sinistra il presidente di Ance Sicilia, S. Cutrone)