E’ un’estate decisamente all’insegna delle emergenze, quella che si sta vivendo a Giarre dove, ai problemi legati alla pandemia, alla cenere vulcanica ed agli incendi, si è aggiunto anche quello della carenza di acqua.
Un disservizio che coinvolge numerose zone della città, da Santa Maria La Strada, dove ormai la situazione è cronica, a Macchia, dalla zona Jungo fino al centro storico.
Tantissime le segnalazioni dei cittadini agli uffici competenti del Comune ed è facile immaginare quali sofferenze stiano patendo, in questa estate rovente, considerato che sono nella impossibilità di lavarsi, di cucinare e di svolgere le pulizie domestiche.

Un disagio che non risparmia le attività commerciali, i cui titolari si vedono costretti a fare le scorte di acqua nelle ore notturne.
“Un serio problema, non solo igienico sanitario, ma soprattutto di sostenibilità e vivibilità”, come sostiene Giovanni Barbagallo, commissario cittadino della Lega.
“Abbiamo una città allo sbando”, incalza, puntando l’indice verso il sindaco e l’intera amministrazione, che nell’arco di un mese, non sono ancora riusciti a risolvere il problema in maniera definitiva.
Dal Comune, intanto, fanno sapere che i lavori di sostituzione della pompa idraulica non funzionante nel pozzo San Paolo sono stati completati e, pertanto, il pompaggio dell’acqua verso i serbatoi è partito a pieno regime ed in serata la situazione dovrebbe tornare alla normalità.
“Domani” – annuncia il sindaco Angelo D’Anna – “è prevista un’ulteriore fornitura privata di acqua potabile in aggiunta a quella erogata dai nostri pozzi idrici”.
(foto: i lavori al pozzo San Paolo. A destra dall’alto, il sindaco, A. D’Anna, il commissario della Lega, G. Barbagallo)
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