Riceviamo e pubblichiamo. Sui nuovi colori di Piazza della Repubblica solo sterili polemiche

In maniera pressoché asfissiante stiamo assistendo in queste ore, ormai giorni, a sterili polemiche circa la nuova colorazione della pavimentazione di Piazza della Repubblica.

Pur volendo rimanere nell’ambito della letteratura scientifica, di qualche tipo di riflessione già letta, non possiamo fare altro che intravedere un principio di mania di persecuzione, denotabile sicuramente da percettibili pseudo minacce all’identità personale, causate dal colore della pavimentazione di una Piazza. Ammesso che nei sette colori dell’arcobaleno si possa, in qualsivoglia maniera, intravedere una minaccia alla propria integrità.

Sicuramente, ciò che appare coerente, fino ad adesso, è il mancato rispetto di specifici esponenti politici nei confronti dell’intera comunità LGBTI+, che, ancora una volta, nonostante non fosse il focus dell’argomento, è stata oggetto di numerosi e riprovevoli commenti; a prova e dimostrazione del fatto che, anche se la colorazione avesse avuto lo scopo di costituirsi come simbolo dell’orgoglio gay, saremmo stati posti di fronte a un necessario atto di coraggio dell’Amministrazione con il fine di educare alle differenze e all’integrazione di tutt*.

Con altrettanto sconcerto apprendiamo le dichiarazioni di associazioni di tutela del paesaggio con proposte di faraonici giardinetti patriottici correlati a millantate discordanze tra la toponomastica e la progettazione urbanistica.

A queste dichiarazioni non si può che ribattere con il ricordare l’essenza costituzionalmente pacifista della nostra Repubblica; considerazioni che denotano come non vi sia alcuna discrepanza tra il nome della Piazza in questione e la colorazione della pavimentazione della stessa.

Ribadiamo la sterile essenza di questo tipo di sproloqui; volendo far presente che in queste ore si è fatto centro (per rimanere in tema di critici paragoni posti alla Piazza), solo ed esclusivamente alla sensibilità di migliaia e migliaia di persone che ogni giorno lottano e vivono una battaglia contro se stessi e una società, ancora ed evidentemente, culturalmente impreparata ad accettare le differenze. (Ruben Aparo, Coordinatore provinciale +Europa  –  Angelo Carbone, Responsabile Politiche Giovanili Azione Sicilia – Azione Siracusa)

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