E’ passato quasi un anno dall’emanazione delle linee guida per l’avvio operativo dei progetti terapeutici per salute mentale e assistenza psichiatrica, ma la situazione non è migliorata, perché si continua con inadempienze e ritardi nell’applicazione delle norme.
La denuncia è dell’ETS “Si può fare per il lavoro di comunità” che ha deciso di tornare in piazza per manifestare il proprio dissenso al disinteresse per la problematica. Lo farà giovedì 30 giugno, con un sit-in che si terrà alle 10, davanti all’assessorato regionale alla Salute in piazza Ziino a Palermo.

L’ETS “Si può fare per il lavoro di comunità” durante la conferenza stampa dello scorso 22 Aprile, all’ARS, ha denunciato con forza la grave situazione relativa alla diminuzione della spesa sanitaria dedicata alla salute mentale, l’aumento dei T.S.O. Trattamenti Sanitari Obbligatori, la mancanza di pratiche terapeutiche e socio-inclusive di deistituzionalizzazione dei pazienti alternative all’invio in strutture residenziali, come le comunità terapeutiche assistite (CTA) o le comunità alloggio, lo scarso numero dei posti letto nei servizi psichiatrici di diagnosi e cura (SPDC) e dei centri diurni.
Non migliora neanche la situazione relativa alle piante organiche. “sembrano mancare” – si legge nella nota – “centinaia di operatori tra psichiatri,psicologi, assistenti sociali, terapisti della riabilitazione, educatori, sociologi ed amministrativi”.
Carenti anche le strutture residenziali sanitarie dedicate ai pazienti con “doppia diagnosi” e “si attende l’apertura della quarta Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS), le tre presenti risultano infatti insufficienti a coprire il fabbisogno sul territorio regionale”.
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