
Per anni abbiamo sentito ripetere lo stesso interrogativo: “Perché puntare sull’industria e non sul turismo per lo sviluppo della provincia di Siracusa?” Una domanda che spesso riflette una visione semplicistica e priva di fondamento.
Guardando i dati e le statistiche, possiamo affermare con certezza che il turismo, ovunque nel mondo, non rappresenta la principale leva di crescita economica. Il PIL, il benessere e l’occupazione generati dal turismo non sono in alcun modo paragonabili a quelli prodotti dall’industria. E questo vale in ogni contesto internazionale.
Tuttavia, in un Paese come l’Italia e in una città come Siracusa, ricca di patrimonio culturale e bellezze ambientali, il turismo è indubbiamente una risorsa strategica che meriterebbe una gestione ben più attenta e strutturata.
Un paradosso evidente, se consideriamo che Siracusa occupa stabilmente le ultime posizioni nelle classifiche sul benessere pubblicate dal Sole 24 Ore e da altre agenzie. Tra i fattori più critici figurano logistica, viabilità, decoro urbano, igiene, accessibilità e qualità dei servizi: tutti elementi essenziali per rendere un territorio attrattivo e competitivo dal punto di vista turistico.
L’assenza di regole chiare su dehors, viabilità, gestione dei rifiuti, inquinamento acustico e parcheggi continua a creare disagi sempre più gravi per residenti, commercianti e visitatori. Non è stato fatto alcun passo avanti nella regolamentazione delle attività rumorose e delle emissioni inquinanti, lasciando cittadini, operatori e turisti esposti a un caos acustico e olfattivo fuori controllo. La pulizia urbana resta un punto dolente, con cumuli di rifiuti che rimangono per giorni lungo le strade principali e nei luoghi di maggiore interesse turistico.
A questo si aggiunge il fatto che molti siti archeologici di inestimabile valore versano in condizioni di degrado, sono chiusi o addirittura irraggiungibili.
Ma ciò che più preoccupa è l’atteggiamento dell’Amministrazione, che continua a ignorare le esigenze di chi vive, lavora e visita la nostra città. Si insiste su un modello di turismo di massa incontrollato, senza pianificazione né regole adeguate. Questo non solo compromette la qualità dell’accoglienza, ma mette seriamente a rischio l’identità storica e culturale di Siracusa, già riconosciute a livello internazionale.
Mentre l’industria affronta una crisi profonda e da anni si lavora per garantirne un futuro, il turismo viene spesso relegato a semplice slogan, senza che vi sia un vero impegno per affrontarne lo sviluppo in modo organico e strutturato. È tempo di cambiare approccio.
È necessario costruire un modello di turismo sostenibile, che generi occupazione stabile e di qualità, tuteli il territorio e migliori la qualità della vita di chi a Siracusa risiede tutto l’anno. Uno sviluppo che persino il più convinto sostenitore dell’industria non solo non disdegna, ma auspica.(Roberto Alosi, segretario generale Cgil Siracusa)
(foto: archivio siracusa2000)
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