Saranno, dunque, appena sei i milioni di euro che arriveranno nelle casse della ex Provincia regionale di Siracusa, su un totale di 66 destinati ai nove Enti, così come ripartito, questa mattina, in sede di conferenza Regione-Autonomie Locali. Dei 91 milioni previsti in partenza ne mancano all’appello 25, la cui ripartizione avverrà in un futuro non ancora precisato ma che, siamo pronti a scommettere, si farà in modo di far coincidere con le ultime settimane della Legislatura, …giusto per completare il quadro! Ma, euro più euro meno, da quella seconda tranche, Siracusa, salvo atto di delberata beneficenza delle altre otto ex Province, potrà ottenere non più di 2,5 milioni. Sommando i quasi 6 reali di oggi con i 2,5 virtuali di un futuro imprecisato, la cifra che si raggiunge è, però, ben lontana da quella indicata come necessaria per consentire, sia pur in emergenza, un minimo di governabilità all’Ente, almeno fino al 31 dicembre. E continuando a parlare di numeri, calcolando che il costo di una mensilità per il personale diretto dell’ex Provincia è di circa 1,3 milioni di euro e che quello di una mensilità per il personale della società partecipata si aggira sui 600 mila euro, ci vorranno circa due milioni di euro per ogni mese arretrato da liquidare ai lavoratori. Il problema è che di mensilità arretrate se ne contano quattro per i dipendenti dell’ex Provincia e il doppio per quelli di Siracusa Risorse, quindi, la somma assegnata oggi non potrà nemmeno essere sufficiente per rimettersi in linea con i pagamenti fino al mese di giugno, sempre ammesso che il trasferimento in arrivo possa essere realmente vincolato solo per gli stipendi. Insomma, stiamo dando un’aspirina ad un malato di cancro, nella speranza che da lassù (leggasi Roma, governo nazionale) facciano il “miracolo”, dove per “miracolo” si intende la cancellazione del prelievo forzoso, diventato la causa di tutti i mali delle ex Province, di quella di Siracusa in particolare. Se vogliamo credere alle favole, allora illudiamoci che il governo Gentiloni prenderà a cuore il “caso ex Provincia di Siracusa”, rinuncerà al prelievo forzoso e, addirittura, nell’arco di un paio di settimane, rinunciando alle ferie, convocherà il Consiglio dei ministri per varare un “Decreto salva-Siracusa”, con un maxi finanziamento per sanare la situazione debitoria dell’Ente. Se, invece,vogliamo mantenere la testa salda sulle spalle, convinciamoci che il governo nazionale difficilmente potrà dare ascolto, quantomeno in tempi brevi, alle richieste dell’ex Provincia regionale di Siracusa, giacchè ha i suoi problemi di contabilità nei confronti dell’Unione Europea; riconosciamo che quella di Siracusa è una situazione del tutto assurda e paradossale, una tragedia che si sta consumando da un anno e mezzo sulle spalle di lavoratori, cittadini e territorio, nell’indifferenza della politica, sia palermitana che romana, e che ha raggiunto livelli disperati proprio perché si è sottovalutato, forse colpevolmente, il problema. Se le ispezioni sui conti in rosso, disposte dalla Regione, a nostro avviso tardivamente, fossero partite un anno fa ( visto che alla Regione ben conoscevano da tempo la situazione finanziaria dell’ex Provincia), forse il “caso Siracusa” avrebbe avuto tutto il tempo di essere affrontato e, chissà, magari risolto dal governo nazionale. Invece, si è giocato al nascondino e, adesso che il tempo è, praticamente, scaduto, si spera nel “miracolo”. E siccome la speranza è l’ultima a morire, chissà se Lassù (leggasi Alto dei Cieli!) Qualcuno il “miracolo” lo farà veramente …e senza chiedere in cambio il voto ma, al massimo un cero, un Padre Nostro e un’Ave Maria!
(foto: la manifestazione di questa mattina alla Prefettura – immagine da Facebook)
