Se qualcuno non se ne fosse, ancora, reso conto, quello che è in corso nei palazzi della Regione, a Palermo, è un vero e proprio braccio di ferro tra pezzi del governo, che si sta giocando sulla pelle dei lavoratori dell’ex Provincia di Siracusa. Quella frase dell’assessore Luisa Lantieri, che ritiene ormai chiusa la partita Siracusa, potrebbe essere interpretata come un messaggio in codice che, i destinatari hanno certamente già saputo decifrare. A questo punto, in base al modo in cui si chiuderà questa prova di forza tra le opposte fazioni, sono due gli scenari che probabilmente si apriranno da qui a fine mese: 1) il 25 luglio, in sede di ripartizione dei fondi ai sei Liberi consorzi e alle tre Città Metropolitane, l’ex Provincia di Siracusa riceverà effettivamente i 15 milioni di euro auspicati dal Commissario straordinario. Ciò permetterà di pagare gli stipendi arretrati e di mettere in cassa le risorse per i costi del personale fino a dicembre 2017, tredicesime mensilità comprese. Nel frattempo, scongiurato il dissesto, si potrà mettere mano ad un piano serio di alienazione di alcuni beni immobili dal quale ricavare quei 40, forse 50, milioni con i quali si potrà ridimensionare la situazione debitoria, rinegoziando i mutui che, allo stato attuale, incidono sul bilancio per sei milioni l’anno, e rimettendo gradualmente in moto la macchina amministrativa dell’Ente. Probabilmente, prima della pausa di Ferragosto, si otterrà dal Governo nazionale anche il differimento al 2018 o, comunque uno sconto, del prelievo fiscale, insomma si potrà traghettare in sicurezza l’Ente fino alle elezioni di febbraio, quando la politica dovrebbe tornare a gestire le ex Province. 2) Dei 26 milioni da ripartire, solo tre o quattro saranno destinati all’ex Provincia di Siracusa e, a quel punto, sarà matematicamente impossibile far quadrare i conti e l’unica strada da seguire non potrà che essere quella della dichiarazione di dissesto finanziario. Ma tutto dipende dal braccio di ferro e dalle forze politiche che spingeranno verso l’una o l’altra parte. Intanto, l’azione eclatante e coraggiosa dei tre dipendenti che si sono arrampicati su quella gru in disuso dentro il cantiere fermo da anni, nella sede di via Malta, ha incassato la solidarietà dell’on. Nello Musumeci, leader dell’opposizione a Sala d’Ercole e, dal primo momento, contrario alla riforma delle Province voluta da Crocetta, che parla di “crimine politico” nei confronti dei dipendenti. “Sappiano il governatore e il prefetto, ma lo sappiano anche i sindacati” – ha dichiarato – “che la esasperazione di quei dipendenti pubblici potrebbe presto esplodere in una incontenibile protesta sociale. Ed allora ognuno risponderà delle proprie responsabilità, commissive e omissive”. Sulla vicenda prende posizione anche Forza Italia che, per bocca del suo coordinatore provinciale, Edy Bandiera, chiedel’intervento immediato del presidente Crocetta, “che si è distinto sino ad ora in ogni settore per non essere stato in grado di gestire la cosa pubblica”. “La situazione dell’ex provincia di Siracusa non nasce certo oggi” – scrive da Roma l’on. Sofia Amoddio – “ma è il risultato di una serie di gravi errori fatti nel corso degli ultimi decenni”. Dalla parlamentare PD, solidarietà ai lavoratori senza stipendio e impegno “per ottenere una soluzione efficace da parte del Governo che scongiuri il default”. Per la cronaca, la protesta si è conclusa intorno alle ore 16, quando i due dipendenti sono scesi dalla gru.