Impegnarci tutti per divenire operatori di pace. Questo il messaggio che l’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, ha voluto lanciare alla comunità, in occasione del Santo Natale, con l’invito a pensare agli “ultimi”, ai quali bisogna dare una speranza.”Se a Natale celebriamo la nascita del figlio di Dio che è venuto in mezzo a noi e si è fatto uomo” – ricorda mons. Pappalardo – “questa è la vera ragione della speranza, perché non siamo soli”. Parole di conforto, dunque, verso chi sta vivendo un momento difficile della propria vita, perché ha perso il lavoro, perché non ha una casa o perché è privo di tutte quelle cose che ci sembrano indispensabili. A loro, non deve mai mancare la speranza, “perché” – sottolinea l’arcivescovo di Siracusa – “è quella che ci fa vivere”, che ci fa sentire utili e che ci fa andare avanti nel nome del Signore. E il numero degli “ultimi”, nella nostra città, purtroppo, è in continuo aumento e basta guardarsi attorno, per accorgersi di quanta gente si ritrova a vivere dentro un’automobile o, nei “casi più fortunati” dentro un vecchio camper , e quanti, già dal primo mattino, sono in fila dietro le porte delle mense dei poveri per guadagnare il ticket d’accesso e poter contare su un pasto caldo a mezzogiorno. Proprio ieri sera, la Protezione civile comunale, grazie alla collaborazione di una catena di supermercati, ha offerto la cena di Natale ad oltre 500 indigenti della città, stessa cosa hanno fatto, in questi giorni, le varie comunità parrocchiali, come nel caso di San Paolo Apostolo dove, la generosità dei parrocchiani e dei volontari dell’Ordine di Malta, hanno permesso di organizzare anche quest’anno, la cena di natale per tutte le famiglie assistite dalla parrocchia. Un Natale dignitoso è quello che hanno voluto regalare a 73 famiglie i Consiglieri della Circoscrizione Ortigia, destinando le risorse ricevute dal Comune per gli spettacoli, all’acquisto di pacchi spesa per i bisognosi. Un Natale di solidarietà, insomma, che deve farci riflettere sul vero senso della vita e stimolarci a coltivare i sentimenti di carità, fratellanza e condivisione di questi giorni, anche per tutto il resto dell’anno.