
I furti di auto, di Fiat 500 in particolare, nel 2017 in città, avevano registrato una preoccupante impennata, soprattutto perché avvenivano con le medesime modalità: i ladri forzavano il vano motore, applicavano all’impianto elettrico una centralina modificata in modo da disattivare il sistema antifurto ed avviare il motore. Altro dettaglio comune, il fatto che i malviventi giungevano sul luogo del furto con un auto a loro intestata che, poi, serviva nella fuga, anche per evitare eventuali post di blocco. Il delitto perfetto, però, non esiste e, infatti, quei ladri hanno lasciato una traccia, utile per risalire alle loro identità e, comunque, tale da far intuire che non si trattasse di gente del luogo. In occasione del primo furto, nella zona umbertina, invece di guadagnare la fuga verso l’autostrada, sono entrati inspiegabilmente in Ortigia, facendo tutto il giro dell’isola per uscirne e venendo contestualmente ripresi da numerose telecamere di videosorveglianza. Le indagini si sono basate anche sulle analisi dei tabulati relativi al traffico telefonico, nella captazione di intercettazioni telefoniche e nella ricerca dei relativi riscontri. Il tutto ha permesso di risalire a quattro persone, tre pregiudicati ed un incensurato, tutti catanesi, nei confronti dei quali, all’alba, i Carabinieri della stazione Ortigia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Siracusa. I tre pregiudicati sono stati, così, arrestati e poi ammessi ai domiciliari, mentre l’incensurato è stato sottoposto a divieto di dimora nel comune di Siracusa. Otto, complessivamente, i furti commessi dalla banda che, dopo aver rubato le 500, le trasportava a Catania dove venivano smontate e vendute a pezzi ai ricettatori locali.
(foto: archivio siracusa2000)
