Ars, una settimana per conoscere il destino delle ex Province. Speranze al lumicino

Sarà una settimana decisiva, stavolta davvero, quella che si apre oggi per le ex Province, che attendono di conoscere quale sarà il loro destino. Allo stato attuale, la situazione è a dir poco drammatica, soprattutto all’ex Provincia di Siracusa, per il momento unica in Sicilia ad avere dichiarato il dissesto ma che, a conti fatti, non sembra suscitare più di tanto l’interesse del governo regionale. Per il Comune di Catania, come ripetono i lavoratori dell’Ente, si stanno mobilitando mare e monti, con interventi finanziari straordinari dallo Stato e dalla Regione, mentre per Siracusa, a parte quei circa 4 milioni che, grazie ai vari emendamenti alle variazioni di Bilancio potrebbero arrivare, non c’è null’altro. Una situazione fortemente esplosiva, come sottolinea Salvatore Pecora rappresentante del CSA provinciale, il quale lancia l’ennesimo appello all’unità. “Bisogna fare squadra tutti insieme” – scrive – con un impegno forte ed incisivo”. Nel prendere atto di alcune iniziative isolate da parte dei deputati all’Ars, Pecora chiama in causa i parlamentari regionali eletti in provincia di Siracusa, il rappresentante siracusano in seno alla Giunta regionale, le sigle sindacali, i lavoratori e si appella al buon senso del presidente Musumeci  affinchè attenzioni nella giusta maniera il “caso Siracusa”. “Per 600 famiglie” – prosegue – “si sta preparando un Natale amaro, soprattutto per i dipendenti monoreddito, i quali si stanno indebitando fino al collo, pur di onorare ogni pagamento e mantenere mogli e figli”. Da quando è iniziata la crisi finanziaria all’ex Provincia, quindi circa tre anni, si è più volte usato il termine “rischio per l’ordine pubblico” adesso, però, con le notizie tutt’altro che confortanti che giungono da Palermo, si sono create le condizioni  di vero “allarme sociale”. Non è un caso se Salvatore Pecora auspica anche l’intervento di Sua Eccellenza il Prefetto di Siracusa. Si continua a  sperare, insomma, anche se le speranze sono ridotte al lumicino. Oltretutto, quei circa 4 milioni di euro, anche se dovessero realmente essere assegnati, servirebbero solo a tamponare l’emergenza, giacchè ci si potrebbero pagare le mensilità di novembre e dicembre e forse le tredicesime. Da gennaio, però, si sarebbe nuovamente punto e a capo. Ma se, malauguratamente, dovesse svanire anche questa tenue prospettiva, per 600 famiglie, tra dipendenti diretti e partecipata, significherebbe la fine, perché si tratterebbe di attendere almeno fino a marzo 2019 prima di ricevere gli emolumenti. L’Assembla Regionale Siciliana tornerà a riunirsi domani mattina alle ore 11.

(foto: archivio siracusa2000 e repertorio internet)