Io ritengo che, indipendentemente dei risultati fin qui raggiunti, scarsissimi al dire il vero, sarebbe opportuno un periodo di tregua e di serenità, da gran parte di noi tifosi,nel dare giudizi,talora, non troppo lusinghieri e, piuttosto, pesanti, nei confronti della società e di gran parte dei giocatori. Non si può continuare nel clima di ostilità e pessimismo che sta dilagando in casa azzurra; va solo a svantaggio di tutti. La nuova società, sia pur sbagliando, a mio avviso, in perfetta buona fede, non merita tutta la ostilità e diffidenza di gran parte della tifoseria; diffidenza che si è trasformato in astio e, che, conseguentemente, sta portando indifferenza, ironia e diserzione, sempre più dilagante, degli spalti del “De Simone” . Vedere i gradoni del nostro vecchio, fatiscente, ma storico stadio, vuoti, mette un senso di tristezza e di angoscia che va oltre l’immaginabile; specie per chi, come me e tanti altri come me, per una vita lo hanno frequentato considerandolo come la propria seconda casa e ne hanno vissuto gli anni più belli della propria vita, nel bene e nel male. Consideriamo questo anno calcistico un anno di transizione;di passaggio tra il vecchio e il nuovo e pensiamo che tutto vada bene e che si possa intraprendere nel futuro prossimo un percorso nuovo e più importante Tanti debiti da ripianare, errori di natura tecnica, ambiente nuovo e sconosciuto; questi sono stati, a mio avviso, gli errori che sta pagando la nuova proprietà e che, di riflesso, stiamo pagando anche noi.
Detto questo, mi pongo e vi pongo una domanda: dobbiamo continuare a perseverare con questo stato di diffidenza, di allontanamento e di ostilità oppure è più conveniente e saggio mettere da parte ogni forma di incomprensione e tagliare, insieme, il nastro della salvezza? La pazienza ha un limite e quando questo limite si supera la catena si potrebbe spezzare…….non so se mi spiego. Teniamoci stretta questa società facciamo ruggire il leoncello e facciamolo ruggire, da domani, quando incontreremo la Casertana. Forza Siracusa. (Giuseppe Scandurra)
(foto: archivio siracusa2000)