
Mai come in questi giorni, la scogliera di Targia aveva registrato presenze così importanti di personaggi della politica, amministratori, parlamentari, sindaci, associazioni di volontariato e quant’altro. Ci volevano quei 47 migranti sulla nave umanitaria ancorata al largo della baia di Santa Panagia, per portare sulla ribalta internazionale una zona che, probabilmente, senza alcune scelte politiche degli anni 60, sarebbe diventata una delle zone turistiche più ricche d’Italia. E così, in maniera del tutto involontaria, la nostra cara, e ormai famosa, Targia è diventata luogo di manifestazioni, presidi e sit-in a sostegno dei migranti. A manifestare solidarietà in questi giorni anche il movimento “Siracusani Arrabbiatissimi” con il suo leader Salvo Sparatore che, però, da attento e pungente osservatore, non ha potuto fare a meno di evidenziare alcuni piccoli dettagli che, probabilmente, sfuggono all’occhio elettronico delle telecamere ed a quello dei politici, forse troppo impegnato a guardare solo in direzione della Sea Watch 3. Qualcuno, per esempio, ha fatto caso alla stradina che da via Stentinello porta a quella scogliera eletta a luogo di osservazione privilegiato, meta di presìdi e visite di parlamentari, sindacalisti e rappresentanti di Ong giunti da ogni dove? “Nessuno ha fatto rilevare che quella stradina è una discarica a cielo aperto?”. Questa la domanda che ci ha rivolto Sparatore, al quale quei piccoli dettagli non sono sfuggiti. “Addirittura” – ci dice – “ci sono ( come mostrano le foto ) materiali di risulta altamente nocivi come amianto. Posso mai pensare” – ci chiede – “che Francesco Italia e tutti i politici che si sono recati sul posto non hanno visto nulla?”. In base a quanto riferisce il movimento “Siracusani Arrabbiatissimi”, a questo punto sembra proprio che il problema sanitario, più che a bordo della Sea Watch 3, sia su quegli scogli e su quella stradina. Paradossalmente ad essere esposta a rischio non sarebbe, quindi, la salute dei 47 migranti bensì quella dei manifestanti, dei giornalisti e dei tantissimi telecineoperatori, visto che camminano sull’amianto ed oltre allo iodio, i loro polmoni potrebbero incamerare anche altre sostanze. Ci auguriamo, comunque, che questa vicenda possa concludersi positivamente e al più presto, in modo che quell’area possa tornare nuovamente ad essere frequentata dagli “sporcaccioni” per i quali, in questi giorni, il problema dello smaltimento di amianto e quant’altro è diventato un problema. A proposito, quando tutto sarà finito e le telecamere si saranno spenti, un bel blitz di parlamentari o un paio di “fototrappole” da quelle parti non sarebbero una brutta idea!
(foto: alcune immagini del degrado ambientale. A destra S. Sparatore)
