La crisi (e il dramma) dell’ex Provincia nella lettera di una bambina alle Istituzioni

     

 

(Riceviamo e pubblichiamo)

Buonasera signori Nello Musumeci, Luigi Pizzi, e signore Bernadette Grasso e Carmela Floreno, mi chiamo Martina ho 14 anni e sono figlia di Alberto Scuderi dipendente del Libero Consorzio Comunale di Siracusa. Poiché anche voi siete stati piccoli come me, penso mi capirete. Questa sera a casa non si dorme. C’è parecchia agitazione. Come ogni figlia, adoro mio papà. Mi coccola. Mi ha insegnato certi valori. Vado bene a scuola. Conosco a memoria l’inno nazionale e l’articolo 4 della Costituzione Italiana. Da ieri sera mio padre non è più lo stesso. E’ rientrato intristito con un dolore al petto.  Sono preoccupata. Lui mi dice che si è preso di collera a lavoro perché ancora una volta non lo hanno pagato e non si sa niente. La cosa non è nuova. In questi anni, l’ho visto lottare diverse volte, sempre per problemi al lavoro. Sempre per gli stipendi. A scuola mi hanno insegnato che lo stipendio per un lavoro prestato è un diritto del lavoratore ed un obbligo del datore. A me invece sembra che va conquistato. Sono diversi anni che mio padre protesta, a piedi scalzi, poi in mutande, poi in sciopero della fame, davanti al Tribunale di Siracusa, la Prefettura, la Provincia, la sede della Regione a Palermo, ed ancora davanti il Parlamento a Roma, l’Ambasciata italiana ed il Parlamento di Bruxelles e quello di Strasburgo. Il mio sogno da grande era di fare la poliziotta, ma francamente se essere un dipendente pubblico significa non essere pagati ed avere di questi problemi, allora forse mi conviene cambiare strada sin dall’inizio. Comunque, qualcuno di voi mi potrebbe dire a chi mi devo rivolgere per aiutare mio papà perché lui non lo sa più.  Neppure a scuola lo sanno ma mi hanno detto che voi siete importanti oppure di andare da Gilette. Ma chi è? Voi lo conoscete? Ho cercato su internet e mi sono uscite delle lamette ! Io sono disponibile ad incontrarvi magari durante le vacanze scolastiche di Pasqua, così ci facciamo gli Auguri per un futuro migliore o almeno più stabile. Intanto ho detto a mio padre di entrare a lavoro, così come ci dice la preside quando vogliamo scioperare.  Ma questa storia può finire o dovrò scioperare io al posto suo ? Aiutatemi. Grazie. Ciao.  (M.F.)

(foto: lo striscione esposto all’ingresso del Palazzo del Governo)