
nnesima scossa di terremoto a Milo dove, due minuti prima delle ore 14, è stato registrato un movimento tellurico di magnitudo 2.2. L’epicentro è stato localizzato 10 chilometri ad ovest del centro abitato, ad una profondità di soli 2 chilometri. Nessuna segnalazione di danni. Intanto, proprio oggi, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha reso noti alcuni dati di un suo studio, destinati certamente a fare discutere. Secondo quanto riporta il sito dell’agenzia Ansa, sembra infatti che le faglie dell’Etna, oltre a causare i terremoti, con i quali la gente è abituata a convivere,emanino anche radon, un gas cancerogeno che, secondo la valutazione dell’OMS, è tra i più pericolosi per l’uomo. L’indagine dell’Ingv, come spiega l’Ansa, si è basata sul monitoraggio di 12 sensori collocati in 7 edifici sui versanti meridionale ed orientale dell’Etna, per l’esattezza nei territori di Aci Castello, Aci Catena,Giarre, Paternò e Zafferana Etnea. Dai dati registrati in tre anni, risulterebbero concentrazioni medie annue di radon, spesso superiori a 100 Bequerel per metro cubo e, in alcuni casi, con punte superiori a 1000. Secondo la scala dell’OMS, 100 Bq/m3 rappresenta il primo livello di attenzione per l’uomo. La concentrazione di radon risulterebbe più alta nelle case più vicine alle faglie. La studio dell’Ingv andrà avanti, allargando il monitoraggio ad un numero maggiore di edifici.
(foto: la mappa Ingv del sisma di Milo)