
“Andrà tutto bene!” è lo slogan che in queste settimane ( anzi, ormai, è più realistico parlare di mesi) sta girando in lungo e in largo sui social, in tv e in quasi tutti gli spot pubblicitari, ma siamo proprio sicuri che veramente “andrà tutto bene”? Certamente non sarà così per le quasi 20 mila vittime che abbiamo contato fino ad oggi, per le migliaia di uomini e donne che hanno perso il compagno o la compagna, per i 130, tra medici e infermieri, che ci hanno rimesso la loro vita per salvare quella degli altri. E per i tanti bambini che hanno perso il papà o la mamma o entrambe? Diciamolo a loro che … “andrà tutto bene”! Probabilmente sarebbe più corretta la frase “il bene vincerà” ma, di certo, quando questo incubo sarà finito, non si potrà dire che “è andato tutto bene”! “Andrà bene”, per esempio, per i bambini che, anche a Siracusa, dovranno tornare negli asili nido e nelle scuole materne private? La risposta è no. I genitori di quei bambini troveranno, infatti, i cancelli chiusi perchè, nel frattempo, quelle strutture avranno accumulato tante di quelle spese alle quali non potranno fare fronte e, quindi, saranno costrette ad arrendersi. Nel tanto decantato “Cura Italia” non è previsto alcun genere di aiuto per nido e materne private nonostante, spesso, si siano sostituiti ai servizi comunali carenti ma che, per il governo nazionale, restano “invisibili”.
Per fortuna c’è la rete e ci sono i social e così, in poco più di un mese, è nato un Comitato nazionale “EduChiAmo” che ha già riunito più di 4 mila gestori di strutture private, che vogliono fare sentire anche la loro voce, la voce di chi, in questa emergenza, sta pagando un prezzo altissimo. La siracusana Antonella Quattropani, che gestisce la “Bacchetta magica” è una delle referenti per la Sicilia di “EduChiAmo” ed è stata tra le prime a rendersi conto della gravità della situazione. “Oggi il grido di aiuto lo lanciamo noi” – dice – “siamo invisibili, ma vogliamo dare voce alle nostre difficoltà perché i servizi privati per i bambini non sono un settore ‘di nicchia’” – incalza – “parliamo di un polmone di cui l’Italia non può fare a meno e di una conquista sociale per i diritti delle madri lavoratrici”. Antonella Quattropani lamenta di non essere stata ascoltata da chi riveste cariche nell’Amministrazione comunale di Siracusa, “altrettanto non posso dire” – sottolinea – “da sindaci e assessori di molti altri comuni siciliani”, dove, evidentemente, c’ più sensibilità verso questo genere di problematiche. Il grido, insomma, è univoco: c’è bisogno di tutela e di liquidità.
(fotocopertina: Antonella Quattropani)