C’è una emergenza, che in verità si perpetua da fin troppo tempo, a Mazzarrona e che, probabilmente, chi di dovere sta prendendo un po’ sottogamba.
Non parliamo, comunque, di rifiuti, disservizi e problemi vari, bensì di una situazione ben più seria e, potenzialmente, più pericolosa: i cani randagi.

Il fenomeno è iniziato un paio di anni fa ed era circoscritto alla zona nord della pista ciclabile “Rossana Maiorca”, per essere precisi, al tratto immediatamente precedente la ex Tonnara.
Un branco di cani randagi aveva, infatti, eletto quella porzione di pista come proprio territorio invalicabile e minacciava chiunque si trovava a transitare.
Più di una volta si è sfiorata l’aggressione ai danni di ciclisti o podisti e, più di una volta, sono state fatte segnalazioni ai vari uffici più o meno competenti.
Qualche ispezione, qualche cartello indicante il “pericolo cani randagi” ma, in concreto, più di questo non ci risulta sia stata fatto.
Il branco, poco a poco, ha guadagnato terreno, spingendosi sempre più verso il sud di Mazzarrona, fino ad “occupare” la zona di Vaccamotta, dove c’è il solarium e, cosa grave, spingendosi fino dentro al centro abitato.
In pratica stanno invadendo il quartiere e non sono poche le persone che si vedono costrette ad uscire dai cancelli dei condomini armati di bastone, per difendersi dagli “alieni”.
Ne sa qualcosa chi porta a spasso il proprio cagnolino al guinzaglio e viene inseguito da uno o più randagi che tentano di aggredire lui ed il piccolo Fido.

Ma la situazione di rischio è a 360 gradi, perché riguarda la gente che esce dai supermercati con le borse della spesa, chi si reca a Messa nella chiesa di san Corrado e chi intraprende il percorso che porta alla ciclabile.
Fino a questo momento non si sono registrate aggressioni fisiche ma, considerate le premesse, crediamo sia solo questione di giorni.
A lanciare l’allarme, adesso, è anche il parroco di Mazzarrona, padre Antonio Panzica che, in quanto a problemi, in questo periodo non può certo lamentarsi, visto che è bersaglio dei “soliti topi d’appartamento, nella fattispecie … di “parrocchia”!
“Chi è incaricato di eliminare quest’altra piaga dal nostro quartiere?” – domanda padre Antonio. E ancora: “a chi ci si deve rivolgere per eliminare questa piaga?”.
C’è forte preoccupazione nelle parole del parroco, consapevole del fatto che i parrocchiani non sono certo tutti dei velocisti e, per una persona anziana, con i suoi acciacchi, vedersi venire incontro una bestia con intenzioni tutt’altro che pacifiche è davvero drammatico.
“E’ chiaro che non si vuole puntare il dito contro nessuno” – chiarisce padre Antonio – “ma, soprattutto, è chiaro che, qualche volta, i cittadini di questo territorio hanno diritto ad un po’ di serenità”.
Conosciamo bene il parroco di San Corrado Confalonieri, uomo che, quanto a calma e pazienza ne ha da vendere, motivo per cui, sentendo il suo appello, ci rendiamo conto di quanto sia critica la situazione nel quartiere.
Condividiamo, quindi, in pieno le sue preoccupazioni e chiamiamo in causa le autorità sanitarie cittadine, affinchè si adottino, con urgenza, provvedimenti più incisivi per estirpare il problema alla radice ed evitare che ci scappi la solita … tragedia annunciata!
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