
Sono stati circa un migliaio, ieri pomeriggio, a raccogliere l’appello delle associazioni ambientaliste ed a stringersi attorno alla “Pillirina”, per chiedere l’istituzione della Riserva Naturale Orientata, il cui iter è fermo da sette anni.
Una sentenza della Corte Costituzionale, nel 2014, ha dichiarato l’illegittimità della legge varata dalla Regione Siciliana sui parchi e le riserve naturali, laddove prevede forme di partecipazione degli enti locali nel procedimento istitutivo diverse da quelle della Legge quadro nazionale.
Sarebbe, però, sufficiente, che l’Ars legiferasse, adeguando la normativa regionale a quella statale.
In tutti questi anni, però, la classe politica sembra, invece, essere rimasta a guardare, dimostrando poco interesse per la salvaguardia di quel sito, minacciato da interventi edilizi, incompatibili con la bellezza dei luoghi.
Un’assunzione generale di responsabilità è ciò che chiedono le associazioni ambientaliste alla politica, a cominciare dall’Amministrazione comunale, affinchè si ottenga, a livello regionale, la conclusione dell’iter burocratico per l’istituzione dell’area protetta, “unica prospettiva di fruizione sostenibile di questo sito”.

“La riserva, allo stesso tempo” – sostengono gli ambientalisti – “è anche una grande opportunità per accrescere l’economia della città e imboccare con decisione la strada di uno sviluppo economico realmente sostenibile, come è accaduto tanto tempo fa”, concludono, citando l’esempio di Vendicari, “risparmiata in passato da porti turistici e raffinerie, e oggi una delle riserve più belle e visitate di Italia, che dà lustro all’intero Sud-Est della Sicilia”.
(fotocopertina: la manifestazione alla “Pillirina”)
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