Le università siciliane agli ultimi posti della classifica Censis, serve piano di rilancio

Catania e Messina agli ultimi posti dei grandi atenei statali, Palermo al terz’ultimo posto dei mega atenei statali e la Kore di Enna al penultimo posto dei piccoli atenei non statali.

La classifica Censis delle università italiane è tutt’altro che rosea per la Sicilia, che risente di un gap che deve essere necessariamente superato.

Adriano Rizza, segretario regionale della Flc Cgil, invoca un piano di rilancio. “Non possiamo tollerare” – scrive – “che gli atenei siciliani continuino a versare in queste condizioni. Servono più risorse per migliorare ed implementare le infrastrutture e i servizi, per mettere il personale nelle condizioni di lavorare al meglio e offrire agli studenti servizi di qualità”.

Per Adriano Rizza servono borse di studio e servizi, serve superare il precariato “ma” – sottolinea – “occorre anche certificare una volta per tutte il fallimento dell’università prodotta dalla legge 240/2010, che invece di promuovere ‘talenti’ e favorire la ‘meritocrazia’, ha tagliato fuori i più deboli e i più poveri”.

La classifica Censis viene redatta in base al alcuni indicatori, quali servizi, borse, strutture, comunicazione e servizi digitali, internazionalizzazione e occupabilità.

(foto: archivio siracusa2000)

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