Elezioni. Tra “seggio sicuro” e “caro bollette”, un siciliano su due ha disertato le urne

E’ stata del 57,35%,  per le Politiche, e del 48,62%, per le Regionali, l’affluenza alle urne degli elettori aventi diritto, in Sicilia. In altre parole, metà dei siciliani ha eletto i propri rappresentanti al Parlamento, all’Assemblea Regionale ed il presidente della Regione e l’altra mezza è rimasta praticamente indifferente alle lusinghe ed ai soliti discorsi da copione, visti e rivisti, guardando, probabilmente, alle bollette ed ai mille problemi economici, che sta affrontando, ed agli altri che verranno a galla nei prossimi mesi.

Tra vincitori,che festeggiano, e vinti, che si leccano le ferite o recitano il mea culpa (ma in realtà hanno vinto tutti!), bisogna, comunque, prendere atto che il primo partito è quello dell’astensionismo, di chi, cioè, non si sente più rappresentato da questa politica, apparentemente litigiosa ma che, in realtà, ha fatto quadrato per garantirsi il posto di lavoro.  

Le lotte per la conquista del “seggio sicuro”, per esempio,  attestano quanto sia stato più importante riuscire a raggiungere l’ambita meta (sia essa a Roma o a Palermo) e quanto sia stato poco considerato l’interesse del territorio e dei cittadini.

Stesso discorso vale per i “cambi di casacca” ai quali abbiamo assistito e che in termini pratici vogliono dire  “io mi candido in una squadra qualunque … purchè vengo eletto e posso giocare in serie A!”

In queste ore si sta delineando la nuova carta geopolitica della Sicilia e dell’Italia che, per la prima dovrebbe essere all’insegna della continuità e per la seconda, invece, dovrebbe rappresentare un vero e proprio cambio di rotta. Il condizionale, ovviamente, è d’obbligo perché di colpi di scena, in questi ultimi anni, ne abbiamo visti parecchi.

Nel frattempo (e questa, purtroppo, è una certezza!), mentre c’è chi si prepara a cambiare abitudini e tenore di vita, ai cittadini non restano che il caro energia, i tassi dei mutui in salita, i prezzi al consumo  alle stelle, il commercio con l’acqua alla gola, il posto di lavoro che si perde, il caro benzina, il caro libri, il  caro riscaldamento …il  carosello e … il caro diario!

Ovviamente, c’è sempre la speranza  (quella non muore mai!) che qualcosa, finalmente, possa cambiare e che il vento possa soffiare in un’altra direzione, anche perché, tutto sommato, sognare è bello, per i sogni non si paga ancora il ticket ( né altre tasse perché “ce lo chiede l’Europa” ),  e chissà, prima o poi, qualche sogno potrebbe avverarsi.

Auguri Sicilia, auguri Italia e buona fortuna!

(foto: elettori in fila ai seggi)

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