
L’uno luglio è la data ufficiale dell’apertura del calcio mercato. In seno alle tifoserie comincerà a serpeggiare il cosiddetto, “sentito dire” e si cominceranno a fare congetture e supposizioni sui calciatori che si pensa debbano essere confermati, che potrebbero andare via o di quelli nuovi che dovrebbero arrivare, non si vede l’ora di carpire qualche notizia, più o meno fondata, quasi sempre infondata, per poterla, immediatamente, spifferare a chiunque ci chieda se ci sono novità in tema di calcio mercato del Siracusa calcio. Il sentito dire, che arriverà quel giocatore o quell’altro giocatore porta sempre, tra noi tifosi, fibrillazione, euforia o delusione, a seconda se quel giocatore, oggetto della presunta trattativa, è, più o meno, di nostro gradimento, nella nostra simpatia o antipatia, magari, adducendogli grandi meriti o, viceversa, demeriti tecnici o fisici.
Comunque sia, durante tutto il periodo del calcio mercato tra noi tifosi questo sarà l’oggetto della discussione sino al termine dello stesso. Il clima diventa, talora incandescente quando si vocifera che sta per arrivare il c. d. ” Colpaccio” che, però, alla chiusura del calcio mercato, non sempre arriva e che ci lascia, sovente delusi e amareggiati.
Ci siamo rinforzati o ci siamo indeboliti? Con questa squadra ci salveremo o scenderemo? Queste saranno le domande che ci porremo, ogni momento, durante questa estate; queste sono le domande che si pongono tutti i tifosi durante il periodo del calcio mercato estivo e che ci porremo anche noi tifosi siracusani, perchè il Siracusa calcio sarà l’oggetto della nostra quotidiana discussione quando ci incontreremo in piazza Cuella, nell’androne dello stadio, per strada o al bar.
Ognuno di noi andrà a caccia di notizie o avrà sentore di qualche notizia anche solo per “sentito dire”, qualche “soffiatina” riferitaci da un amico che conta, che sa.. e, dunque, non vedremo l’ora di spifferarcela. Il calcio mercato estivo è il momento di noi tifosi, per manifestare la nostra identità e la nostra passione per i nostri colori sociali; ma, si sa, la realtà, poi, sarà tutt’altra cosa. Tra il dire e fare c’è di mezzo il mare e bisogna essere molto pragmatici e stare con i piedi ben piantati a terra, perché cadere e rialzarsi è una cosa, annegare e non riemergere è tutt’altra cosa; di questo il nostro presidente Alessandro Ricci ne è, pienamente, consapevole.
Noi tifosi aretusei conosciamo a memoria la storia passata e recente del nostro Siracusa calcio perché l’abbiamo vissuta e la viviamo tutt’ora, giorno per giorno, e, dunque, dobbiamo avere l’onestà intellettuale di comprendere quali sono le potenzialità e i limiti gestionali della società azzurra e, dunque, sino a dove la stessa può arrivare. Il nostro Siracusa è pronto per affrontare una campagna acquisti “importante” oppure intende investire, soprattutto, sui giovani che in base alla regola del minutaggio portano introiti notevoli alle casse della società?
Non sono più i tempi di una volta, oggi una società di calcio non può più sbagliare in termini di programmazione economica-societaria, e di composizione dell’organico; sono finiti i tempi in cui “Pantalone” pagava per tutti.
Secondo le stime, ogni anno ci sono tante squadre che rischiano di non iscriversi ai vari campionati professionistici; il dilettantismo fai da te è finito. Oramai, c’è un sistema calcio al collasso, E’ richiesta da più parti una riforma radicale del campionato di serie C, con l’ipotesi di ridurre le squadre da 60 a 40 per contenere i costi e aumentare la sostenibilità.
Per tante società di serie C neofite e non, l’ostacolo più urgente è l’iscrizione al campionato e, poi, strada facendo, bisogna avere la forza economica di arrivare fino in fondo. Vedasi i casi di Taranto e Turris e, per quanto ci ha riguardato in serie D, il caso Akragas.
Qualcuno sostiene che non c’è riforma che possa far esclamare l’atteso “mai più casi simili”, perché certe proprietà fatte di avventurieri trovano sempre il modo di infilarsi. Tante società fanno una fatica tremenda a partecipare a un campionato che ha costi importanti e ricavi in pratica azzerati, salvo quelli che garantisce la mutualità e quelli che ogni società riesce a produrre con botteghino e sponsor. Il calcio deve farlo chi se lo può permettere, e se lo fa bene merita di avere regole certe e riconoscimenti economici adeguati. Se no ci sarà sempre questa penosa cronaca di penalizzazioni ed esclusioni.
C’è una grande differenza tra mangiare sano e poco per digerire bene e ingozzarsi per rischiare una brutta indigestione!!!!
Sono, fermamente, convinto che il nostro Siracusa calcio saprà districarsi bene nei meandri del calcio mercato, adottando la giusta strategia per portare a casa quei calciatori che danno la giusta garanzia per la disputa di un campionato dignitoso. Forza Siracusa. (Giuseppe Scandurra)
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