
La Chiesa celebra oggi la IX Giornata Mondiale dei Poveri sul tema “sei tu, mio Signore, la mia speranza” (Sal 71,5). Nel messaggio, Papa Leone XIV richiama ciascuno, in quest’anno giubilare, a riconoscere che la povertà non è un incidente della storia, ma un luogo teologico, un incontro possibile con il volto di Dio che si fa compagno di strada dei più piccoli.
Per il direttore regionale di Caritas Sicilia, Domenico Leggio, “un invito non solo a preoccuparci materialmente di stare con i poveri ma fare in modo che ascoltarli possa essere strada per inserirli nella società”.
Dai dati che emergono dal Report statistico 2025 di Caritas Italiana, nei 182 centri d’ascolto delle 17 diocesi siciliane sono state accolte 12.351 persone, pari al 4,4% del dato nazionale.
Il 71,9% degli utenti è di origine italiana, e oltre la metà sono donne.Il disagio abitativo resta la principale emergenza che permane nonostante la presenza di tanti immobili nel territorio della Sicilia.A questo si aggiungono la forte incidenza della dispersione scolastica e, fattore ancora più allarmante, la denatalità e le migrazioni.
Quello del lavoro resta, infatti, un nodo critico: quasi un giovane su quattro tra i 15 e i 29 anni non studia e non lavora; aumentano gli occupati, ma soprattutto con contratti part-time o stagionali, che non garantiscono autonomia. In alcuni territori il fenomeno si intreccia con forme di sfruttamento: è il “lavoro povero” non adeguatamente remunerato.
Infine, ma non perché di minore importanza, c’è la questione legata all’aspetto sanitario e alla salute mentale. Caritas rileva un aumento delle fragilità psicologiche e della richiesta di supporto, fattori che spesso segnano il confine tra il rischio di cadere nella povertà assoluta e la possibilità di rialzarsi.
(foto: una riunione della CESi)
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