
Si fa sempre più drammatica la situazione delle ex Province siciliane e, dopo il nulla di fatto nella riunione di questa mattina al Dipartimento Regionale delle Autonomie Locali tra l’assessore Grasso, il direttore generale Rizza ed i rappresentanti dei nove Enti, la strada del default sembra, oramai, inevitabile. Una strada che l’ex Provincia di Siracusa, dall’alto della sua paurosa situazione debitoria, ha già intrapreso da mesi, guadagnando il titolo di apripista in Sicilia. Secondo voci non proprio di corridoio, sembra, infatti, che il Governo regionale non sia nelle condizioni di potere garantire quella tanto agognata integrazione ai trasferimenti, per consentire agli Enti di chiudere i Bilanci e tirare avanti fino a dicembre.”Ex Province game over!”, così Santino Paladino e Giuseppe Badagliacca del CSA, titolano un loro comunicato, nel quale esprimono delusione per le tante belle aspettative rimaste sulla carta. “Il governatore Musumeci” – scrivono – “dopo aver incentrato sul rilancio delle Province la sua campagna elettorale, nei mesi scorsi aveva garantito prima un intervento sul Governo nazionale e poi una manovra attraverso un mutuo. Evidentemente” – proseguono i due esponenti del CSA – “non ha avuto la forza politico-amministrativa di portare a casa il risultato”. Insomma, siamo di fronte a quello che Badagliacca e Paladino definiscono “l’ennesimo fallimento della politica isolana” che, dopo 5 anni e otto mesi, non riesce ancora a dare una governance stabile alle ex Province.”Entro novembre” – prosegue la nota del CSA – “ad un anno esatto dall’elezione di Musumeci, l’ultima scadenza con le variazioni di Bilancio”. In termini pratici, rimangono poco più di 30 giorni per reperire quei 150 milioni di euro necessari per far funzionare gli Enti, impresa che non dovrebbe essere, comunque, impossibile, “a meno che” – conclude il CSA – “non si vogliano veramente abbandonare al loro destino strade, scuole, territori e migliaia di dipendenti”.
(foto: archivio siracusa2000)
