Siracusa. Momenti di riflessione sulla solitudine in un libro scritto da Gioia Pace

Un viaggio nella solitudine per analizzare creatività e smarrimento, per raccontare se stessi e rintracciare briciole di fede, utili ad attutire le nostre inquietudini.

La solitudine è il fondo ultimo della condizione umana. L’uomo è l’unico essere che si senta solo ed è l’unico che sia alla ricerca di un altro.

Questo si legge all’inizio del libro “L’ambiguità della solitudine” di Gioia Pace, che è stato presentato a Villa Politi. Un’analisi sugli anni del covid, la paura della guerra e la solitudine che, talvolta, ha rappresentato un’ancora di salvezza.

La solitudine che guarisce, la solitudine che salva, la solitudine che permette di dialogare con se stessi, sono i vari aspetti che il libro porge al lettore. “Momenti di riflessione, ma anche di estraniamento che solo una buona lettura può dare”, come ha detto l’autrice.

I relatori, don Guido Scollo ed il prof. Massimo Arcangeli, hanno suscitato grande interesse del pubblico, nell’indagare il primo sotto l’aspetto fideistico della vita, il secondo nella solitudine della letteratura.

(foto: da sinistra, il prof. M. Arcangeli, G. Pace, don G. Scollo)

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