Test Medicina, almeno 1000 candidati avrebbero barato. La conferma arriva da Google

“Una sensazione è una sensazione, ma i dati che stiamo per proporvi rappresentano la prova che in Italia un considerevole numero di candidati ha barato nei test per l’ingresso alle Facoltà di Medicina”. Questa la dichiarazione con la quale l’avvocato Francesco Leone ha aperto l’attesissima conferenza stampa sul caso dei Test d’ingresso in Medicina, che si sono svolti in tutta l’Italia lo scorso 4 settembre. Lo studio legale Leone-Fell ha preparato un esposto ed una class action, sostenendo che almeno mille tra i candidati avrebbero avuto sul tavolo della prova dispositivi connessi alla rete internet per cercare le risposte. La conferma secondo i legali palermitani, che si sono avvalsi di uno studio di un esperto di informatica e data analyst di Londra, arriverebbe da Google, il motore di ricerca più diffuso al mondo. Proprio il 4 settembre, infatti, sulle specifiche domande oggetto del test, si sarebbe registrato un incredibile numero di richieste, addirittura fino al 12.423% in più. Un esempio? Nella nona domanda si chiedeva di inserire i due ultimi numeri nella sequenza 2-3-7-13-27.  Su questa sequenza, sempre secondo le tesi sostenute dallo studio legale, in quella giornata le ricerche su Google sono iniziate alle ore 11.33 e, secondo gli esperti di statistica, la probabilità che venisse richiesta quella specifica serie di numeri è di una su 622 milioni. Più facile vincere al Superenalotto! “Riteniamo” – hanno sottolineato i due avvocati, sostenuti dal penalista Andrea Merlo – “che sia a rischio la validità dell’intera procedura e il futuro di migliaia di studenti che resteranno fuori dalla selezione per errori non loro. Essendo una selezione nazionale, infatti, quello che succede in una singola sede si ripercuote inevitabilmente anche su tutte le altre, falsando risultati e graduatoria”. Secondo i dati diffusi dal Ministero, nelle prove del quattro settembre per i Test d’ingresso in Medicina, si è avuto un drastico calo degli idonei, con uno studente “bocciato” ogni tre candidati.
Ad affrontare il questionario 59.743 candidati sui 67.005 inizialmente iscritti alle prove. Tra loro, è risultato “idoneo” il 67,7% del totale (40.447 studenti), cioè chi ha totalizzato i venti punti minimi necessari per concorrere alla graduatoria nazionale e alla distribuzione dei posti disponibili. Catania è stata la città italiana con il maggior numero di candidati tra i primi cento, Verona, dove si è avuto il punteggio più alto, e Pavia le due città che hanno fatto registrare il miglior rendimento percentuale. Lo studio legale sta raccogliendo segnalazioni da ogni parte d’Italia ed è deciso ad andare avanti nella sua battaglia a tutela del diritto allo studio.

(foto: la conferenza stampa che si è tenuta a Palermo)