Lo smart-working funziona … altro che vacanza! La replica della UilPa al prof. Pietro Ichino

“Una vacanza pressoché totale, retribuita al 100%”. Questa la definizione che il giuslavorista Pietro Ichino ha dato dello smart-working, una “valutazione ingenerosa e superficiale”, che non è andata assolutamente giù alla UilPa Sicilia ed a tutti i lavoratori, i quali rivendicano, invece, l’efficienza delle loro prestazioni durante il periodo del lockdown.

 “Il professore Ichino”  – commenta il segretario della sigla sindacale Alfonso Farruggia – “mortifica i dipendenti pubblici che, in una fase di drammatica emergenza epidemiologica, hanno continuato a garantire alla collettività servizi di altissimo livello, seppure” – sottolinea – “con gli inevitabili disagi legati alla sperimentazione di una modalità lavorativa ancora inesplorata e semisconosciuta”.

“Da un giuslavorista di grande esperienza quale Ichino” – aggiunge Alfonso Farruggia – “era semmai lecito aspettarsi indicazioni e suggerimenti sui possibili miglioramenti e sui potenziali correttivi da apportare al lavoro da remoto, a partire dalle esigenze legate alle peculiarità di genere, che di certo vanno regolamentate, ma anche lui, purtroppo” – prosegue il segretario regionale della UilPa – “invece di valutare i fatti, ha preferito allinearsi a quanti, ormai da tempo, hanno scelto di screditare, anche attraverso la complicità di certa politica e  taluni organi di informazione, il pubblico impiego, rimanendo ancorati a luoghi comuni che nella realtà non trovano riscontro”.

Nel ribadire che in Sicilia il ricorso allo smart-working ha dato ottimi risultati negli uffici ministeriali, nelle Agenzie delle Entrate e nel parastato, Farruggia esprime gratitudine ai dipendenti che hanno lavorato da casa e con mezzi propri.

(foto: repertorio internet)