
All’indomani del tavolo tecnico romano e della mobilitazione generale che ha visto in piazza a Siracusa, oltre 2 mila persone, sul futuro della Lukoil è ancora un nulla di fatto o quasi.
Dal ministero, come commentano oggi Cgil e Cisl, nessuna risposta, visto che si è rinviata la decisione ad un ulteriore tavolo ma, intanto, “lo spettro di una chiusura della Lukoil si avvicina sempre di più e con esso si complica sempre più il destino occupazionale di migliaia di lavoratori”.
Preoccupa, soprattutto, l’assenza delle banche che erano state invitate al vertice, “uno sgarbo istituzionale” – dicono Roberto Alosi e Vera Carasi – “che non lascia presagire nulla di positivo”.
Sulla stessa frequenza anche la Uil, che ieri ha deciso di manifestare a Roma, sotto Palazzo Piacentini, dove era in corso la riunione tra governo, azienda, sindaci e sindacati.
“Occorrono immediate risposte”, come sostiene Luisella Lionti, che guarda con speranza all’opzione della nazionalizzazione ma avverte: “non possiamo più aspettare, perché il 5 dicembre è alle porte”.
Intanto, non sembrerebbe esclusa l’ipotesi di una proroga dell’entrata in vigore dell’embargo e i sindacati non escludono nuove proteste più eclatanti ed incisive.
(foto: la manifestazione di Cgil e Cisl)
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