“Non ci sono più le feste di una volta”. Una frase che abbiamo sentito pronunciare più volte, questa mattina, tra la gente in Ortigia. E, in verità, se togliamo i turisti che, bontà loro, con i loro inseparabili zaini, bermuda e bottigliette d’acqua in mano, animano e riempiono il nostro centro storico, di siracusani, in piazza Duomo, non è che ce ne fossero, poi, a migliaia come lo si vedeva in passato! Ma a cosa è dovuto quello che sembra un calo di partecipazione alla festa?
Il fatto che Ortigia è, ormai, diventata irraggiungibile a causa degli ingorghi che si registrano già nella zona di piazza Marconi e via Diaz, la mancanza di posti auto, con i parcheggi al completo e bus navetta non proprio sufficienti, la confusione di tavoli lungo strade e vicoli che conducono al Duomo, probabilmente scoraggiano i siracusani.
Piuttosto che avventurarsi verso l’isolotto, restare imbottigliati per ore dentro le lamiere delle auto e rischiare di arrivare al Duomo a festa conclusa, insomma, molti optano per il “piano B”: godersi l’uscita di Santa Lucia con il tradizionale lancio delle colombe, da casa, guardandola in televisione e, magari, recarsi nella chiesa della Badìa, durante i giorni dell’Ottavario.
Ma c’è, poi, un altro aspetto che qualcuno ci ha fatto notare, cioè la mancanza delle luminarie, dei fuochi d’artificio e dei tradizionali e storici colpi di cannone delle 8 del mattino che, in passato, svegliavano i siracusani tanto in Ortigia quanto a Tiche, a Cassibile ed a Belvedere e che erano l’annuncio inconfondibile dell’inizio della giornata di festa.
Una festa che, invece, a queste condizioni, sembra circoscritta alla sola Ortigia piuttosto che all’intera città ed all’intera diocesi. Una festa che, se abiti nella zona della Pizzuta neanche te ne accorgi perché, “non passa nemmeno i ponti”, come ci ha scandito un devoto ultra 80enne, mostrandoci alcune foto in bianco e nero di una festa del patrocinio di qualche decennio fa, con una piazza Duomo stracolma a tappo, da via Cavour fino a via Picherali.
Eppure, a poche decine di chilometri di distanza, in questi stessi giorni, sono in corso altre feste patronali e il clima di festa che si vive in quelle città lo si avverte anche da Siracusa, basta guardare i cartelloni affissi lungo le nostre strade, con programmi, iniziative collaterali, spettacoli, attrazioni e quant’altro.
Evitiamo il confronto con la festa di Sant’Agata a Catania, perché lì andiamo proprio su un’altra dimensione se si pensa che, già prima di Natale, vengono presentati nei dettagli tutti gli eventi che caratterizzeranno la festa di febbraio e, adesso, sebbene siamo solo agli inizi di maggio, si parla già della festa e della processione del 17 agosto.
Ma, comunque, quello con Santa Lucia, è un rapporto intimo che, ciascun siracusano, ha con la patrona della città e con la sua festa quindi, con o senza cannonate, con o senza clamore mediatico, con o senza raduno bandistico … “Sarausana jè. Viva Santa Lucia!“
(foto: il lancio delle colombe dal giardino del palazzo arcivescovile)
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