Riceviamo e pubblichiamo. Fermiamo l’autonomia differenziata, parte la raccolta firme

Dopo la straordinaria campagna referendaria relativa ai quattro quesiti avanzati dalla CGIL sui temi della tutela del diritto costituzionale al lavoro e sulla sicurezza nei cantieri, senza soluzione di continuità, siamo alla raccolta firme per fermare chi vuole dividere l’Italia.

La propaganda leghista e lo scambio elettorale con la proposta del premierato di Fratelli d’Italia hanno prodotto i loro nefasti risultati e i cittadini inizieranno a fare i conti con le conseguenze concrete dell’Autonomia Differenziata.

Una legge truffa, un’autonomia che cristallizza divari e disuguaglianze, che distorce la Costituzione e nega i principi di uguaglianza, unità, perequazione, sussidarietà e solidarietà. A partire dalla Sanità che sarà il primo, più importante e delicato ambito in cui le diseguaglianze tra i cittadini del Nord e del Sud si moltiplicheranno ulteriormente.

Mentre le regioni del Nord, produttivamente più strutturate ed economicamente avvantaggiate e con maggiore capienza di gettito fiscale, potranno trattenere dentro i confini regionali il 90% delle risorse erariali fino ad oggi riversate nelle casse dello Stato centrale e quindi potranno fruire di macchinari, attrezzature sanitarie più moderne e all’avanguardia, nosocomi moderni ed efficienti, professionisti medici e paramedici ai quali sarà permesso di ricevere retribuzioni più ricche e livelli di assistenza ancora più avanzati, le regioni meridionali verranno ulteriormente depauperate e progressivamente abbandonate dallo Stato centrale sempre più svuotato di risorse e lasciate al loro destino.

Siamo di fronte alla radicalizzazione di una disparità che già oggi, così com’è, grida vendetta e che risponde ad una destra nazional-populista, sempre più illiberale, premoderna e impregnata di ostilità, risentimento e rancore nei confronti di una parte sempre più ampia del Paese. Se poi pensiamo ad un altro settore essenziale per la vita del Paese, qual è quello della Scuola, l’Autonomia Differenziata targata Calderoli aggredisce il principio fondante l’unità del Paese: l’identità culturale della nostra Repubblica, la nostra Storia e l’unità della nostra scuola.

Una disgregazione culturale che l’Autonomia produrrà con conseguenze inimmaginabili nella formazione degli studenti. Programmi scolastici differenziati regione per regione (otto ore di studio dedicate alla lingua locale piuttosto che all’italiano), stipendi differenziati (ritorno alle gabbie salariali) e migrazione sempre più spinta verso le regioni del Nord economicamente più vantaggiose per docenti ed operatori scolastici provenienti dal Sud. Una vera e propria desertificazione del Meridione, una migrazione interna e una discriminazione territoriale tra Nord e Sud che ricaccia il Paese in una condizione pre-risorgimentale. E ancora, infrastrutture viarie, reti di energia, sostenibilità e ambiente, Beni culturali e Università, commercio con l’estero e tanto altro ancora passeranno nelle mani esclusive delle Regioni.

E’ lo Stato che si ritrae, che si fa da parte, che rinuncia a garantire l’unità del Paese e i livelli omogenei di diritti essenziali in tutto il territorio nazionale, che abdica alle singole regioni che ne facciano richiesta consentendo loro di trattenere il gettito fiscale prodotto. Un progetto antistorico, che frantuma il Paese in tante piccole Patrie, che divarica ulteriormente le diseguaglianze sociali ed economiche e che decide di abbandonare a se stesso l’intero meridione d’Italia.

Una risposta sbagliata, miope e scellerata che non serve allo sviluppo del Paese e che sacrifica l’unità costituzionale della repubblica per soddisfare egoismi elettorali e logiche di scambio di potere. Fermiamoli. (Roberto Alosi – segretario generale Cgil Siracusa)

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