Riceviamo e pubblichiamo. Una “diga” in via Lido Sacramento. E se i crolli si ripresentano?

Un muro in cemento armato profondo 8 metri e lungo 100. Questo è ciò che è stato fatto in via Lido Sacramento.
Una diga che come per il primo intervento di risanamento finito in mare l’anno successivo, sembra non aver nuovamente tenuto conto delle acque di falda che in quel punto sfociavano in mare.
Tre anni di appelli hanno avuto come unico risultato il posizionamento dei pali secanti a una distanza di circa 15 cm l’uno dall’altro e non in aderenza.

Ma se l’acqua di falda riuscirà a defluire attraverso tali interstizi dipenderà dal materiale presente a monte e se l’intervento risolverà il problema crolli o accelererà quello dei tratti di strada prima e dopo la paratia, ce lo dirà solo il tempo.
Di certo l’acqua non la si può fermare con le mani e davanti alla ciclopica paratia non potrà che accumularsi cercando sfogo a destra e sinistra del muro con il rischio di veder svuotato lo strato sottostante il manto stradale creando una voragine simile a quelle che hanno visto sprofondare i tratti di Viale Teocrito e Lungomare di Levante.

A tal proposito ci si chiede quale sia stato l’esito del nulla osta atteso dalla Regione sulla valutazione di impatto ambientale dell’opera che ne bloccava i lavori.
Si è forse operato senza il suddetto parere, intervenendo sulla sede stradale di competenza comunale e non demaniale per aggirare il problema?
E se così fosse, perché non è stato avviato il cantiere un anno e mezzo fa con i fondi per la somma urgenza già disponibili?
Domande alle quali non è data risposta. Nel frattempo tra qualche settimana saremo tutti felici di poter ripercorrere la strada, certo sarebbe molto grave se dopo tanta attesa si dovesse ripresentare il problema al primo evento alluvionale estremo spostando poco più in là il prossimo crollo della strada. (Carlo Gradenigo)

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