Siracusa. C’era una volta la proposta della statua di Giovanni Paolo II alla balza di Acradina

A pochi giorni dal 5 e 6 novembre, date storiche per la chiesa siracusana e per la città, giornate in cui ricorre l’anniversario ( il 31.mo) della visita di Papa Giovanni Paolo II, oggi Santo, e della Dedicazione della Basilica Santuario alla Madonna delle Lacrime, il pensiero non può non andare alla balza di Acradina dove, in quella piovosa domenica 6 novembre 1994, Giovanni Paolo II recitò l’Angelus.

 Un luogo entrato nella storia di Siracusa che, potrebbe diventare, certamente, una meta di pellegrinaggi e tappa del turismo religioso e che, invece, dopo essere stato intitolato “parco Giovanni Paolo II”, è stato completamente dimenticato dalle Amministrazioni che si sono susseguite in questi tre decenni.

Gli unici segnali, a memoria di quello storico evento, sono una lapide con l’effigie di Karol Wojtyla ed una croce in ferro che, all’epoca, alcuni cittadini e fedeli, a proprie spese, hanno voluto erigere.

Quelle rocce della balza di Acradina, sono, in ogni caso, diventate luogo di culto dove, in tanti, si recano, quotidianamente, per deporre un fiore accanto all’icona di Giovanni Paolo II, pregare e recitare il Santo Rosario.

Una sorta di cappella all’aperto, insomma, dedicata ad un pontefice oggi agli onori degli altari, che, certamente, meriterebbe almeno una statua. Ed è, proprio, questa la proposta che, da queste pagine e con un gruppo appositamente creato su Facebook, lanciammo 16 anni fa e che, successivamente, venne sposata anche dal Consiglio di Circoscrizione Acradina. Poi, però, il silenzio più totale.

L’idea che oggi, come ad ogni anniversario, intendiamo riproporre è quella della statua di Papa Giovanni Paolo II che guarda verso la statua della Madonna in vetta alla Basilica Santuario.

Una sorta di abbraccio tra la Vergine Maria ed una Papa devotissimo alla Madonna (non a caso il suo motto è stato “Totus Tuus” ), particolarmente legato alla Madonna delle Lacrime di Siracusa, tanto da averne voluto le reliquie al suo capezzale durante la malattia che, poi, lo portò alla nascita in Cielo.

Riteniamo che, per una iniziativa del genere, non possano esserci ostacoli e vincoli, paesaggistici o di qualunque altra natura, tali da impedirne la realizzazione, anche perché di vincoli, in città, ne abbiamo visti “sparire” dalla sera alla mattina,  quando si è trattato di autorizzare attività commerciali e chioschi vari in aree archeologiche.

Quel che ci vuole è semplicemente la volontà di realizzare qualcosa di importante e significativo per la storia della città. Poi, lavorando in sinergia tutti gli attori coinvolti e competenti, crediamo che quel sogno di tantissimi fedeli si possa trasformare in un atto concreto.

(fotocopertina: la croce e la lapide con l’effigie di Giovanni Paolo II alla balza di Acradina)

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